Le Patologie della Governance: Abuso di Potere e Svuotamento dei Diritti dei Soci
Quando la governance si deteriora, i diritti dei soci vengono sistematicamente erosi. Le patologie più comuni includono:
Concentrazione di Potere e Mancanza di Rinnovamento
Si assiste alla formazione di "circoli ristretti" in cui i CdA si auto-perpetuano attraverso la cooptazione di figure leali, ostacolando il ricambio generazionale e la diversità dei punti di vista. Ciò porta a una disconnessione tra gli interessi dei dirigenti e quelli della base sociale.Opacità Gestionale e Ostacoli al Controllo
Le decisioni strategiche vengono prese in contesti informali, al di fuori del CdA e dell'assemblea. Ibilanci sono presentati in modo poco trasparente e l'accesso ai libri sociali, un diritto fondamentale dei soci, è ostacolato con pretesti burocratici.Ostruzionismo e Pressioni sul Singolo Socio
Quando un socio tenta legittimamente di esercitare il proprio diritto di controllo, anche su questioni apparentemente minori, spesso si scontra con un muro. I CdA possono creare una cortina di fumo, nascondendosi dietro a pareri legali, evitando di fornire risposte chiare e rapide, o opponendo ostacoli burocratici per scoraggiare l'iniziativa. Questa tattica di ostruzionismo, che può degenerare in vere e proprie pressioni psicologiche, mira a isolare il socio critico e a logorare la sua determinazione, trasformando l'esercizio di un diritto in un percorso a ostacoli.Abuso del voto di Maggioranza e Conflitti di Interesse
Le delibere assembleari possono essere usate in modo strumentale da un gruppo di maggioranza per danneggiare la minoranza, perseguendo interessi di parte anziché l'interesse sociale. Allo stesso modo, gli amministratori possono trovarsi in situazione di conflitto di interessi, favorendo se stessi o terzi a scapito della cooperativa e dei suoi soci.Esclusione Strumentale del Socio
L'istituto dell'esclusione, previsto per sanzionare gravi inadempienze del socio, viene talvolta usato in modo distorto come arma per eliminare le voci critiche e i membri dissenzienti, consolidando così il potere del gruppo dirigente.
Questi comportamenti non sono una fatalità. La legge li riconosce come prove di mala gestione, aprendo la strada a un'azione legale per tutelare i vostri diritti, ottenere il risarcimento delle perdite economiche causate dalla loro gestione e imporre misure severe che possono arrivare fino alla sostituzione dell'intero Consiglio di Amministrazione.
Scandali, Contenziosi e Crisi d'Identità Legale
Le patologie della governance possono sfociare in veri e propri scandali finanziari e in un aumento dei contenziosi. Il fenomeno delle "false cooperative" rappresenta una delle derive più gravi. Si tratta di entità che utilizzano la forma giuridica cooperativa come un semplice paravento per beneficiare di vantaggi fiscali e di un regime di controllo meno rigido, ma che, di fatto, operano come società di capitali a scopo di lucro. Queste strutture, spesso caratterizzate da una gestione autoritaria e da una partecipazione dei soci puramente fittizia, mettono in atto pratiche di concorrenza sleale, evasione fiscale e contributiva, e sfruttamento dei soci-lavoratori.
Le indagini della Guardia di Finanza e del Ministero del Lavoro italiani hanno più volte portato alla luce sistemi fraudolenti, in particolare in settori come la logistica e i servizi, dove false cooperative vengono create e liquidate rapidamente per eludere gli obblighi di legge, lasciandosi alle spalle danni economici e sociali.
I casi di mala gestione, appropriazione indebita e frode, sebbene non siano la norma, emergono periodicamente in diversi Paesi, danneggiando la reputazione dell'intero movimento. Per il singolo socio, il ricorso al tribunale per far valere i propri diritti – ad esempio attraverso un'azione di responsabilità contro gli amministratori – rappresenta spesso un percorso lungo, costoso e dall'esito incerto.
A complicare ulteriormente il quadro, si aggiunge una recente e fondamentale decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE). Chiamata a pronunciarsi sulla compatibilità con la direttiva UE sugli appalti pubblici, la Corte ha stabilito che una cooperativa che distribuisce "ristorni" ai propri soci non può essere qualificata come "organismo senza scopo di lucro". Sebbene la decisione riguardi un ambito specifico, le sue implicazioni sono profonde. Essa introduce una sorta di "crisi d'identità giuridica" per il modello cooperativo.
Questa decisione rischia di fornire una potente giustificazione ideologica ai CdA che già tendono a una gestione puramente manageriale e orientata al profitto. Essi potrebbero sostenere che, se persino il diritto europeo assimila la distribuzione dei ristorni a una distribuzione di utili, allora la cooperativa deve essere gérée come un'impresa for-profit per essere competitiva sul mercato. Un tale ragionamento indebolisce la posizione dei soci che si appellano ai principi di mutualità e solidarietà, i quali rischiano di essere relegati al rango di "vestigia del passato" di fronte a una presunta e inevitabile modernità manageriale. Questa ambiguità giuridica diventa così un ulteriore fattore di rischio, potendo legittimare l'erosione dello scopo mutualistico a vantaggio di una logica puramente capitalistica.
Indicatori di Rischio e Bandiere Rosse nella Governance Cooperativa
Area di rischio | "Bandiera rossa" (segnale di allarme) | Diritti dei Soci messi in Pericolo |
---|---|---|
Trasparenza Finanziaria | Bilanci complessi, poco chiari o presentati all'ultimo minuto; compensi del CdA elevati e non giustificati; criteri di calcolo dei ristorni opachi. | Diritto alla partecipazione economica (Principio 3); Diritto all'informazione (Principio 5). |
Processo Decisionale | Decisioni strategiche (investimenti, fusioni) prese senza un'adeguata discussione in assemblea; uso eccessivo delle deleghe in assemblea. | Il diritto al controllo democratico (Principio 2). |
Accesso alle Informazioni | Ostacoli formali o informali all'esercizio del diritto di ispezione dei libri contabili della società; risposte evasive alle richieste di chiarimento dei soci. | Diritto di ispezione e controllo; Diritto all'informazione (Principio 5). |
Composizione del Consiglio di Amministrazione | Mancato rinnovo degli amministratori per più mandati consecutivi; assenza di competenze diversificate all'interno del CdA; presenza di conflitti di interesse. |
Diritto di essere eletti; Principio di autonomia e indipendenza (Principio 4). |
Rapporti con i Soci | Clima di intimidazione nei confronti dei soci critici; alto tasso di ritiri o espulsioni di membri dissidenti; scarsa o nulla attività di formazione per i membri. | Diritto all'adesione libera e volontaria (Principio 1); diritto alla formazione (principio 5). |
Dalla Conoscenza all'Azione
Comprendere le dinamiche cooperative è un primo passo fondamentale per ogni socio che voglia tutelare i propri diritti e il valore della cooperativa. Ma la conoscenza da sola non basta. Deve essere tradotta in azione.
Ecco cinque principi pratici che ogni socio dovrebbe adottare come guida per una partecipazione attiva ed efficace:
Conservate sempre una copia di tutto
Ogni comunicazione (email, raccomandata, lettera), ogni verbale di assemblea, ogni documento che richiedete e ricevete è un tassello della vostra storia all'interno della cooperativa. Una documentazione ordinata e completa è la vostra prima e più potente forma di difesa.
Non lasciate che le situazioni si aggravino
Se un dubbio è legittimo o se una risposta tarda ad arrivare, agite immediatamente. Non rimandate. Il tempo gioca spesso a favore di chi gestisce, non del singolo socio che attende. Un problema affrontato immediatamente è un problema più facile da risolvere.
Ricordate: la cooperativa siete voi, non il Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione è un organo di gestione al servizio dei soci, non il proprietario della cooperativa. Siete voi, insieme agli altri, il cuore e il capitale della cooperativa. Questa consapevolezza è la base della vostra legittimità.
Usare il principio di uguaglianza come scudo
In una cooperativa, il principio "una persona, un voto" è sacro. La vostra voce e il vostro voto contano quanto quelli di chiunque altro, compreso il presidente. Non permettete a nessuno di farvi sentire insignificanti o in minoranza.
Trasformate la mala gestione in un'opportunità di riscatto
Ogni errore, negligenza o abuso da parte del Consiglio di Amministrazione (CdA) non è solo un danno, ma anche una leva. La legge offre strumenti precisi per contestare tali azioni. Che sia tramite il vostro avvocato, l'OETC o altri enti, agire non è un atto di guerra, ma il mezzo più efficace per ristabilire i diritti di tutti e per tutelare il futuro stesso della cooperativa.